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domenica 11 dicembre 2011

I tetti di Firenze secondo Giorgio La Pira

I tetti di Firenze

 
Quale è il mistero dei tetti di Firenze? ... 
Provatevi a guardarli, meditando, da Piazzale Michelangelo e da S. Miniato: è vero o non che essi formano, attorno al duplice centro della Cupola di S. Maria del Fiore e della Torre di Palazzo Vecchio, un «tutto» armoniosamente unito, quasi un sistema di proporzioni geometriche ed architettoniche che esprimono, come il «sistema stellare», ordine, bellezza, preghiera, riposo e pace? 

Tutti coloro che si fermano a contemplare, anche per un attimo, questo spettacolo di ordine e di bellezza, non possono sottrarsi a questa impressione «incantatrice»: sono come «fermati» da questo autentico «mistero architettonico» -grandioso e piccolo insieme- che appare al loro sguardo ed attraverso il quale, in certo senso, si specchia e traspare la città del Cielo.
...Ecco il perché profondo, misterioso, dell'incantamento che, guardata dal Piazzale Michelangelo e da S. Miniato, Firenze inevitabilmente produce: c'è una bellezza che attrae, che «ferma»: c'è una «unità architettonica» dalla quale traluce la bellezza architettonica «dell'architetto divino».
..Il «mistero dei tetti» di Firenze è tutto qui: essi sono, con la Cupola, quasi un «sacramento» che si fa specchio e diffusore della bellezza, della purità e della pace celeste!

venerdì 14 gennaio 2011

Presentato il protocollo d'intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Comune di Firenze

Presentato il protocollo d'intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Comune di Firenze

Mi preme sottolineare come nelle premesse è evidenziata l'importanza dell'appartenenza alla World Heritage List dell'UNESCO.
...la città di Firenze riveste un ruolo di rilievo assoluto nell’offerta culturale a livello nazionale e internazionale; tale patrimonio, oltre alla straordinaria quantità e densità di capolavori dell’arte, dell’archeologia e dell’architettura, trova un elemento essenziale nel tessuto urbano del Centro storico, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che offre un eccezionale contesto oltre ad una irripetibile testimonianza,nella propria continuità spaziale e temporale, della storia e della cultura dell’ultimo millennio;...

venerdì 15 gennaio 2010

lunedì 7 dicembre 2009

Fuori Tempo Massimo. La città a pezzi/Pezzi di città. FTM_ 0.1

Commenti e recensioni fuori tempo massimo. Libri già usciti, mostre chiuse o procinto di chiudere, avvenimenti già dimenticati...

La città a pezzi / pezzi di città. Distacchi lapidei a Firenze. 1977-2009 a cura di Francesco Gurrieri, Polistampa 2009.


Il libro curato da Francesco Gurrieri è un monito.
Non abbiamo coscienza che il nostro patrimonio di pietra si sta inesorabilmente deteriorando non solo per vie naturali ma anche grazie alla nefasta influenza delle sostanze inquinanti che pervadono l'aria che circonda noi e il nostro patrimonio artistico.Nel tempo passato il fenomeno naturale della disgregazione veniva risolto con la sostituzione di interi palinsesti decorativi: modanature, fregi, capitelli, colonne ecc., grazie all'abilità di esperti lapicidi in grado di creare copie identiche all'originale. Spesso era anche l'occasione per rinnovare e adeguare a uno stile più "moderno" intere facciate.
Oggi l'idea di far sopravvivere dei lacerti informi è imperante e spesso con risultati oggettivamente deludenti. Anche la ricerca applicata sul versante dei protettivi sembra vivere un momento di minor vivacità in confronto agli anni passati. La percezione di un impoverimento decorativo della città storica è sempre più forte e si assiste a un graduale disimpegno nei confronti di una conservazione attiva su questo fronte. Molte le ragioni: certamente quelle economiche ma non solo. Una sistematica rilevazione delle condizioni dei monumenti fiorentini, siano essi pubblici o privati, per poter immaginare la programmazione di una corretta e onerosa manutenzione ancora non esiste. Su quali basi invochiamo finanziamenti per la città d'arte senza una coerente valutazione dei bisogni reali del nostro patrimonio?
In attesa che si arrivi a questa presa di coscienza, non solo istituzionale, credo sia necessario che tutti prendiamo consapevolezza che questi "pezzi di città" perduti (l'elenco è impressionante) sono testimoni di quanto sia illusoria la sensazione di perennità dei monumenti e che il valore di Firenze non è solo all'interno dei suoi musei e nelle più o meno riuscite iniziative culturali, ma nella capacità di saper conservare e tramandare alle generazioni future una visione "integra" della città monumentale.



La città a pezzi / Pezzi di città Distacchi lapidei a Firenze. 1977-2009 a cura di Francesco Gurrieri, Polistampa 2009, cm 13x18, pp. 128, ill. col., br., € 10,00 ISBN: 978-88-596-0609-3


pubblicato da La Nazione il 24 dicembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Tuteliamo i nostri tabernacoli

Gentile Cronaca, per merito delle accese polemiche sul crocifisso nelle aule scolastiche sembra riaccendersi un interesse per le immagini sacre come segno forte di identità.
Identità ovviamente religiosa ma non solo.
La stragrande maggioranza delle persone intervistate in merito alla questione del crocifisso hanno espresso un forte legame di affezione spirituale e culturale al quel simbolo religioso che segna la nostra esperienza di vita sia che essa sia o no ancorata a valori spirituali.
Ma come possiamo incanalare questo sentimento di profonda sensibilità alle immagini sacre?
I fiorentini possono concretizzare tutto questo in un'azione pratica.
Assommano a centinaia i tabernacoli che caratterizzano le nostre strade che, a parte un piccolo gruppo di proprietà pubblica, dovrebbero essere curati e mantenuti dai proprietari delle facciate o dei muri dove le sacre edicole sorgono.
Da anni opera un solerte gruppo di volontari degli Amici dei Musei Fiorentini riuniti nel Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli che ha al suo attivo più di un centinaio di tabernacoli restaurati. La ricerca di sostegno economico e l'intelligente aiuto fornito ai proprietari nell'agevolazione e nel disbrigo delle pratiche amministrative legate al restauro è una delle chiavi del successo del comitato. Piuttosto che disperdere questo rinnovato interesse mediatico in una polemica sterile guardiamoci intorno e preoccupiamoci di queste testimonianze culturali, protette dalla legge italiana di tutela, che in molti casi ci riguardano come proprietari e quindi come responsabili della loro conservazione.
Un appello quindi ai proprietari e agli amministratori di condominio di farsi attivi promotori del restauro dei tabernacoli della facciate di loro proprietà.
Troveranno nei volontari del Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli ( il sito internet www.amicideimusei.it riporta tutte le informazioni utili) un valido sostegno per affrontare l'organizzazione di un restauro o di una manutenzione che la legge impone loro ma che spesso viene poco applicata.
Se dalle parole -spesso vane- si passasse a un impegno reale e costante per il decoro di queste testimonianze forse faremmo miglior servizio alla nostra fede, alla nostra storia e soprattutto alla nostra identità.

Carlo Francini, responsabile Ufficio Centro Storico Patrimonio Mondiale UNESCO

apparso "La Nazione" dell' 11 novembre 2209

domenica 25 ottobre 2009

25 ottobre 2009 ore 10,00 Piazza Duomo e Piazza San Giovanni sono chiuse al traffico





Il Sindaco Matteo Renzi - che ha deciso la pedonalizzazione - alla guida dell'ultima macchina che ha attraversato la piazza alle 10,00

Questa giornata rimarrà nella mente e nella memoria di molti fiorentini.

I cittadini si sono riversati nelle strade che hanno visto scorrere un traffico insopportabile per tanti anni.

Rimanere fermi anche solo per un attimo al centro della grande curva che unisce via Martelli a piazza Duomo è una sensazione esaltante.

Una grande festa per tutti.

sabato 4 luglio 2009

Firenze, la città dei musei

La mia intervista ad Antonio Paolucci pubblicata sull'ultimo numero della rivista "SITI" dell'Associazione Città e Siti UNESCO italiani

disponibile on line http://www.sitiunesco.it/index.phtml?id=780


Scorrendo la sua biografia mi ha colpito che, a parte Rimini, dove lei è nato e che è comunque una bellissima città d’arte, la sua carriera di studioso, di funzionario e di soprintendente dei musei statali, fino alla direzione dei musei vaticani, si è dipanata in una rete incredibile di siti patrimonio dell’umanità: Firenze, Mantova, Venezia, Verona, Roma, la Città del Vaticano e l’esperienza molto importante del terremoto di Assisi. E proprio nel finale la cittadinanza onoraria di Urbino, la città di origine della sua famiglia. Insomma, una vita scandita da genius loci potentissimi.

Si, ciò che lei dice è assolutamente vero. Devo dire che il momento apicale della mia carriera è stato quando, negli anni fra il ’95 e il ’96, sono stato ministro tecnico del governo Dini, per un anno e qualche mese. Perché in quella occasione ho potuto veramente fare il Soprintendente d’Italia. Avevo il privilegio, essendo ministro tecnico, di non occuparmi degli aspetti politici di quel governo, ma ho potuto veramente visitare l’Italia, le cento città, da Altamura a Salerno, da Enna a Belluno, i cento campanili, le cento piazze. Ho capito cos’è veramente l’identità italiana. Il fatto che il museo da noi esce dai suoi confini, si moltiplica nelle piazze, nelle strade ed occupa ogni piega del territorio. L’Italia è il paese del museo diffuso, lo sapevo anche prima, ma l’ho verificato proprio in quella occasione. E poi ci sono state nella mia carriera professionale le città del servizio: Venezia, Verona, Mantova, Firenze, tutti luoghi che mi hanno permesso di consolidare questa mia profonda convinzione sulla unicità dell’Italia, che non è questione di percentuali dei beni culturali mondiali, come spesso stoltamente si dice, ma è questione di visibilità, di pervasività del patrimonio. Il fatto che davvero qui da noi il museo è ovunque. E questo è quello che ci fa davvero unici e invidiati nel mondo, il nostro vero privilegio. Quindi ho avuto una carriera molto bella, senza avvertire la fatica da lavoro, perché non ci si può affaticare o annoiare occupandosi dei monumenti di Venezia o di Mantova.

Proprio in riferimento al concetto di museo diffuso, mi piace prendere spunto dalla parte finale della sua introduzione al Piano di gestione di Firenze: “Firenze non città museo, ma città dei musei perché se è vero che i musei fanno lo scheletro dei musei, la innervano e la significano, è altrettanto vero che in nessun altro luogo d’Italia si avverte con altrettanta evidenza il museo uscire dai suoi confini, occupare le piazze, le strade, false città con antica naturalezza”. Quindi, si può immaginare che Firenze sia una specie di paradigma, valido anche per tutte le altre città della penisola? E cosa può mettere in crisi questa realtà? Le scelte urbanistiche, le politiche del turismo, il decoro della città, per esempio il commercio ambulante?

Quando io dico che Firenze è la città dei musei dico una cosa qualifica, distingue l’unicità di Firenze. In questo senso Firenze è unica anche nel panorama italiano. Per far capire meglio cosa intendo, porto un esempio: gli Uffizi. Perché gli Uffizi sono speciali? Cosa hanno di così singolare rispetto agli altri tanti grandi musei del mondo? Le opere d’arte che ci stanno dentro? Si, certo, ce ne sono di meravigliose, ma ci sono tanti museo del mondo che ne hanno di più, penso al Prado di Madrid, penso all’Ermitage di San Pietroburgo, con decine e decine di Rembrant accumulati l’uno accanto all’altro, penso alla National Gallery di Londra e così via, ma nessuna città del mondo ha un museo che entra nella città.

Io dico sempre ai miei amici e a i miei colleghi: “quando venite per la prima volta agli Uffizi non vi preoccupate di vedere le varie opere d’arte di Michelangelo, Botticelli, lo farete in un secondo tempo, agli Uffizi ci tornerete ancora, la prima volta limitatevi a percorrere i corridoi. E allora capirete una cosa fondamentale: che gli Uffizi camminano sopra la città, cavalcano la città, sono la città e capirete anche che la bellezza che sta fuori dalle finestre (la cupole del Duomo, la torre di Arnolfo, i ponti sull’Arno, il colle di Belvedere fitto di ville e di chiese, le nuvole, i colori dell’acqua) la bellezza che sta fuori si riflette e si riverbera nella bellezza delle opere d’arte, nella sfilata delle sculture archeologiche, nelle sale Botticelli, Michelangelo, Leonardo e quant’altro”.

Naturalmente la seconda parte della domanda è la più complessa: il decoro della città, le scelte urbanistiche, le politiche del turismo, il caos, il disordine possono mettere in crisi questo sistema? Il fatto è che queste cose risultano a Firenze particolarmente stridenti e lesive perché ogni città del mondo è fissata da una certa immagine, Firenze è la città dell’ordine, dell’equilibrio, è la “camera con vista” sul miracolo di arte vita e natura armoniosamente coniugata.

Questa è Firenze. Per cui il disordine che a Napoli può anche essere trovato simpatico, città bellissima ma caotica, un “paradiso mescolato all’inferno”, come la definiva Goethe, oppure Roma, caos disordine, folle di pellegrini, rumore e quant’altro, ma abituata a metabolizzare, a digerire, ad assorbire, a Firenze tutto ciò diventa estremamente sgradevole proprio perché ferisce l’immagine cristallizzata della città “camera con vista”.

Sempre rimanendo nell’ambito dei musei, il recente saggio di Jean Clair “La crisi dei musei” si scaglia contro l’uso disinvolto del patrimonio culturale e fa un riferimento particolare all’esperienza recente del Louvre di aprire una sede distaccata ad Abu Dhabi, ma in Italia dell’istituzione museo nei suoi aspetti peculiari, si può parlare di una crisi di funzioni o la situazione è ben diversa rispetto a quella di altri Paesi?

La crisi dei musei attraversa tutto il mondo e il libro di Jean Claire fotografa il disagio e la mutazione in atto. È successo che il museo è gradualmente slittato negli ultimi cinquanta anni da una certa idea di museo da “luogo dell’incivilimento”, “luogo dell’educazione”, “luogo dell’orgoglio patriottico” ad un’idea di museo come luogo del tempo libero, dello svago, del divertimento, dello spettacolo. Questo è oggi nella percezione dei più il museo. Un museo che si unisce al concetto di tempo libero, di gita, di week-end con la famiglia o con la fidanzata. Tant’è vero che tanti musei civici d’Italia, pur bellissimi, sono costantemente vuoti e non ci va nessuno neanche per sbaglio. La gente va negli attrattori di tipo spettacolare. Nel 1938 agli Uffizi entravano 50mila persone, adesso ne entrano un milione e mezzo. Io sono personalmente convinto che c’era molta più gente che usciva dagli Uffizi avendo capito qualcosa, che ricordava qualcosa fra quei 50mila del 1938 rispetto al milione e mezzo di oggi. Oggi il popolo dei musei è fatto di gente che guarda solo la televisione, non ha mai letto un libro, non saprebbe scrivere nella sua lingua madre una riflessione di mezza cartella senza errori. Questa è la democrazia dei consumi.

Forse bisognerebbe immaginare dei linguaggi più specifici, o rischiamo di banalizzare…?

Un’altra stupidaggine dei nostri tempi è che si possa trasmettere la cultura attraverso il divertimento. La cultura è fatica, ripetitività, è noia, è tenere il sedere sulla sedia, ridurre il tempo del sonno… questa è la porta stretta. Non ce ne sono altre.

Concludendo vorrei da lei delle suggestioni legate all’educazione del bello. La scuola, l’amministrazione pubblica, il mondo del volontariato, tanto importante a Firenze, dovrebbero fare qualcosa di più per arrivare ad un innalzamento della consapevolezza del patrimonio inteso proprio come “heritage”, eredità da trasmettere?

Il mio maestro Roberto Longhi, in tempi non sospetti, cinquant’anni fa, quando ero studente, sosteneva che “la lingua fondamentale degli italiani è la lingua figurativa” e che questo ci aveva resi egemoni nel mondo. “E se questo è vero come è vero - aggiungeva il mio maestro - allora bisognerebbe che si desse alla lingua figurativa degli italiani (Giotto, Piero della Francesca, Raffaello, Caravaggio, ecc.) la stessa importanza che diamo alla nostra lingua letteraria, che comparativamente è meno importante”. Da una riflessione come questa derivano conseguenze che dovrebbero essere applicate soprattutto alla scuola, all’educazione al bello,appunto. Ancora non si è percepito a Firenze, in particolare, e in Italia, in generale, che un rapporto molto stretto lega la consuetudine col bello alla produzione di cose belle. L’artisticità italiana nel disegn, nella moda, nella meccanica fine, nell’invenzione tecnologica, nella gastronomia nasce da un popolo che ha vissuto in mezzo al bello, anche se non aveva una istruzione scolastica di qualche significato, però stava in mezzo al bello. Se la percezione del bello si offusca, se la gente vive in posti sempre più brutti, in periferie sempre più orrende, io credo che si recide questo rapporto osmotico che gli italiani hanno sempre avuto fra la bellezza che li circonda e la bellezza che esce dalle loro mani.



mercoledì 3 giugno 2009

Sustainable Tourism and Historic Center of Florence UNESCO Management Plan.

The Image of Heritage: Changing Perception, Permanent Responsibilities
Florence, March, 5 - 9, 2009 - ICOMOS, ICCROM, Fondazione Romualdo del Bianco

Sustainable Tourism and Historic Center of Florence UNESCO Management Plan.

Carlo Francini, chief Historic Center - World Heritage UNESCO Office, Municipality of Florence.

Per la registrazione audio con immagini

Florence thrives on its large number of tourists, both Italian and foreign, who come to see its art, architecture and cultural gems. Each year the city must deal with a large quantity of visitors, some who come for pleasure, others for business; some who stay for a short period of time, others who make Florence a new home. Over recent years, the kind of tourism has changed drastically, causing studies to shift from a simple analysis of the quantity of tourists to the quality of tourists. This analysis is necessary in order to provide the visitors with the best possible experience in Florence, as well as to conserve and develop the UNESCO sites in a sustainable way. The Monitoring Plan for the Historic Centre of Florence, published each year with the adequate updates, approaches the question of creating a system of sustainable tourism by creating projects that maximize the city’s art historical sites while facilitating visits for tourists.

1. The Tourism in Florence
The real driving force behind tourism is the Florence’s image in the world, which fuels the demand of growing numbers of consumers (evidence of this can be found in the high profile experienced by Florence in international tour guides or by the presence of the international press in the city, especially in light of cultural events and approaches to visiting the city). These hordes of tourists, due to the myriad different ways they utilise the city, elude definition more than anything else, despite the efforts of tour operators and local government offices.
It is not merely for rhetorical reasons that specialists insist that tourism should be studied in all its different and conflicting forms. It is not enough just to distinguish between high quality tourism and mass tourism, or to think about the matter just in terms of length of stay or even the underlying reasons for travelling – nowadays people always have several motives. Instead, analysis should focus more on factors related to cultural diversity, age and how trips have been organised: this is not easy to do, thought still feasible.
In the last decade, the simultaneous growth of all sectors of tourism has led to the development of a well-defined area of mono-cultural tourism known as the Golden Triangle, characterised by a precise commercial offering, extending as far as the Accademia and the Oltrarno (across the river) in the Ponte Vecchio-Palazzo Pitti zone. The adjacent areas have undergone a more or less rapid and complete transformation in terms of housing and business, which has been caused by the consumption needs of well-off tourists, who favour fashion goods above all other traditional products. A few small areas which border or are embedded within this core area of tourist consumerism, while having gone through an equally obvious business replacement process instead have adapted themselves to the needs of specialised tourism: tourists seeking medium/long-term hotel accommodation in the city; tourists commuting from distant accomodations– increasingly from agri-tourism facilities – who are interested in local crafts albeit adapted to their own needs; student tourists who may stay in Florence from a few days to several months, and require specific telecommunication and leisure services.
In the last few decades in Florence and many other cities known for their art and monuments, a substantial change has occurred in the types of tourists, as well as in travelling habits and the ways of visiting places of artistic value. This ongoing transformation is easily illustrated by looking at the data on length of visit at the Uffizi Museum. According to these findings, visitors spend 1 hour and 8 minutes on average inside the museum. These figures reflect the key characteristics of the so-called "hit-and-run" tourists, who "consume" the Historic Centre without spending much money. As a rule, these tourists do not have time to visit the whole city and confine themselves to sightseeing in the Roman castrum. This most often leads to a concentration of people and tourists within too restricted an area.
In addition to debasing the residential aspect of the Historic Centre, such "short-term" city stays also risk causing more far-reaching urban decay, with devastating effects not only for the quality of life in Florence but also for the city's image abroad.

2. The Management Plan for Tourism
The myth of Renaissance Florence, a city incredibly dense with monuments and artworks, is at the basis of the tourist fortune of the city. Yet is mass tourism a qualifying objective for an exceptional property or rather, does it undermine its value and its integrity? The Management Plan's primary objective is to identify a complex and difficult balance between standardized tourism and a more aware tourist enjoyment. A responsible visitor, equipped with the necessary support tools that will allow him to appreciate the city like a vastly spread museum, shall be urged to visit the minor monuments and museums and shall be able to perceive the cultural value of a network made of stores and restaurants whose strong points are quality and renewed tradition. The organization of large events, the attention paid to the protection and promotion of historical and high quality stores, restaurants and bars, are strategic choices that must be made in order to make Florence, again, a place where it is pleasant to come back and stay for long periods of time.
3. The Projects
Florence is the destination for many Italian and foreign visitors who, every year, walk through the city streets and visit its museums. Tourism is a key element in the economy of the Historic Centre that has to be boosted with suitable policies to promote and to improve the supply of in-coming services. This resource, if it is not adequately oriented, can otherwise represent a very real threat to the preservation and the protection of the site.
The projects, being hereinafter described, aim at disseminating the knowledge of the extraordinary value of Florence UNESCO World Heritage by making not only tourists but also citizens aware of the uniqueness of the Historic Centre, and at promoting the city areas that, although they have an important artistic heritage, are less known and less visited by visitors.

3.1 THE ART ITINERARIES IN FLORENCE - HISTORIC SHOPS

The Art itineraries in Florence project was included in the Management Plan (PdG) of action for tourism, in consideration of the objectives intended to be followed strictly related to cultural tourism. The project's main characteristic consists in choosing and proposing alternative itineraries directed in particular to the city's residents but also to tourists so that they are motivated to follow new routes, allowing them to discover the city's less noted and renown aspects. The project, initiated in its trail phase in 2005 with the publication of the route "Florence: The Places of Perugino" has since become one of the office's main tasks and which to this day is accounted for by the publication of 3 brochures (dedicated to the places of Alberti and Saint Mary Magdalene de' Pazzi, as well as Perugino) respectively published alongside 3 exhibitions.
Specifically, the piece on Saint Mary Magdalene de' Pazzi (2007) was executed in collaboration with the district of Montemurlo, interested in the Saint's biography, which in turn marked for the first time an opening of the project towards the territory, furthermore becoming the first effective measure for the sharing of cultural activities amongst institutions. In 2006 the project was further enriched by the publication of a collection entitled, Florence Amongst Art and Workshops which proposed a series of routes centred on the search for "minor" works of art and historical workshops in the vicinity of the city's historical centre. In this way, two projects that coexisted independently of one another within the PdG gave way to a single, albeit larger project which maintained the importance of potential art routes in Florence whilst opening itself to a variety of publications - including the brochure, but expanding to include a book - and itineraries (from Florence: The Places of... to broad routes of art, history and culture).The collection, which received a great deal of acclaim thanks in part to the work of photographer-graphic designer Fabio Chiantini and the words of Francesco Vossilla and Carlo Cinelli, was effected using part of the funds given by the project ResaturoNET which asked for the office's participation in 2006. The publication of the collection also gave way for the creation of a logo which will be embossed on future publications (it has already been used on the brochure on Saint Mary Magdalene de'Pazzi) and will allow for an effective recognition of the project.
Currently, we are weighing the possibility of an english translation that can reach tourists for the second edition. We are also planning new routes in the city's historical centre, which will be released in conjunction with the 2008 exhibitions put forth by the cultural institutions of Florence. It is necessary to note that during 2007 the project Art Routes became the catalyst for various activities executed in collaboration with local figures and private associations and institutions involved in the propagation of culture. Specifically, a route has been engineered for the entire Santa Maria Novella complex - but whose creation is difficult due to both public and private entities owning the property - and which today has become the object of free guided tours offered to a limited number of people within the region's "Amico Museo" in collaboration with the Administration of the District's Economic development. Furthermore, on November 17, 2007, several guided visits of the Cenacolo di Sant'Apollonia (with Andrea del Castagno frescoes) were organized, along with a taste of local products provided by the organization Slow Food. This event was done in honour of the day "The taste of art, the art of taste", in conjunction with the Headquarters of the Board of the Florentine Museums.

3.2 THE MUSEUM CARD PROJECT
The museum card project, one aspect of the Plan that was chosen to be continued in order to reach the goals set for tourism, underwent monitoring from its inception as the monitoring phase began almost in conjunction with that of collecting information on Florence's historical centre for the publication of the PdG. The project was created to answer to a need, seemingly less frequent on behalf of the citizens and the tourists, for an offer from the city's cultural services that would consist of easier visits to the city's main monuments and museums, as well as some additional services. One of the first responses to the monitoring request, compiled in 2006 by the Administration of Culture of the District of Florence, responsible for the project, discusses a phase of collection and analysis of data which would be used in the publication of a report that would undergo criticism from the deciding factors. Upon a second analysis of the situation which took place in November, 2006, the scene presented changed drastically, as 39 local and private museums and 19 public museums had shown interest and willingness with regards to the Museum Card project. Moreover, the card was still in its planning stage, thus allowing for a better understanding of its characteristics: in brief, it consists in making access to museums and to cultural services in Florence easier, especially in terms of the cost of entry (methods of supplying ticket, validity of ticket, etc.) for tourists and for residents to highlight the worth of the local cultural estate. The card will allow free and unlimited entry to the permanent collections and temporary exhibits that are in line with the project's guidelines, as well as the annual activities made available in the annual program.
All the information and characteristics inherent to the card are made available in the "Preliminary project to effect a Florence card" published by the Associazione Torino Città Capitale Europea in May, 2006.
Within the feedback received during the research and survey phases of the project, considering the number and characteristics of the subjects, the process to establish a single accepted solution was considered especially important and complex. In particular, as stated in the July 3, 2007 interview with Giuseppe Gherpelli, Director of Culture for the District of Florence and head of the Project, the state-run museums, essentially represented by those that are part of the Board of Museums of Florence, have "about 80-85% of visitors with reservations, thus creating a conflict with the card that would be sold daily. This does not mean that we have decided to not follow through with the museum card because many state-run museums outside of the four already stated aren't reached by a steady flow of tourists. Furthermore, with some of the museums, in particular Boboli, we had already established funding from the district in order that the public can access the area and easily move from Forte Belvedere to Villa Bardini, which belongs to Ente Casse".
Equally complicated is being able to locate those that need a more in depth evaluation. On this subject Giuseppe Gherpelli added that the project, "is definite but not 100% executed because it stalled on locating those that need the project... Despite the obstacles with this project, I am convinced that a similar tool lacks in this city...: it is necessary to continue this process and to move forward first and foremost for the citizens to give them the possibility to have a single tool with which to access the museums."
We note that on December 27, 2007, within the confines the appropriate administrative measures, the District of Florence gave Linea Comune S.p.A. the task to finalize, produce and distribute the card and to carry out cultural events and manifestations connected with the success of this system for the museums.

4. New projects
4.1 ARIANNA’S THEME
The Arianna guide is a guide of Florence available through a cellular device on which different types of information regarding the city are memorized. The Arianna guide for the city of Florence allows one to consult data in English and Italian with the possibility to navigate a map of the Historic Centre of Florence by visualising points of art historical interest (museums, churches, etc.), as well as historic shops in the city, traditional artisans, routes for disabled and upcoming events. The guide is available for download on the cellular device through the District of Florence’s website (www.comune.firenze.it) and soon will also be available by way of bluetooth kiosks positioned in various places around the city. The recent data for users who want UMTS/GPRS connection from their own cellular device are museum hours, calendar of special events and and a special section dedicated to “highlights”. Responsible for the project is the Office of Tourism of the District of Florence and its completion is Econoetica srl.

4.2 ART ITINERARIES IN FLORENCE AND NEW TECHNOLOGIES
New forms of technology have become, in recent years, seemingly more present in daily life, even in areas of cultural development. Their potential reveals interesting possibilities which must be analyzed and approved with worthy attention. Today digital communication, Internet, and i-pods are widely used, especially by younger generations, but increasingly in older ones, as well. It has been noted that new technologies can be of significant use in areas of cultural activity (guided tours on mp3s, virtual reconstructions of places and buildings, for example) as well as in areas of territorial management and access to major museums and monuments. Consequently, it seems necessary to initiate studies and research in this field in congruence with the formalities that arise with our project
4.3 THE FIRST PROJECT
The new project for the Art Itineraries in Florence has Giambologna in its spotlight as the prolific French-flemish artist who worked in the city in the second half of the 16th century; the itinerary will touch upon over twenty points of interest. The itinerary will be available in Italian and English in free audio and downloadable formats from the District of Florence’s website. A website dedicated to the artist and quality images will also be made available. The monitoring of this new approach to visits will allow us to evaluate the efficiency so as to program, on top of an increase in available languages, new itineraries inside the UNESCO site. Responsible for the project the Office of the Historic Centre of Florence and its completion by D’Uva Workshop srl.
5. Contemporary relevance
The recent data reveals a tendency towards the decrease in tourism directly tied to the economic crisis that is spreading across the financial world. This situation could reveal itself to be an appropriate opportunity to rethink methods of development in the tourism field, as well. The synergy between public and private entities must be researched in order to carry out new projects such as Life Beyond Tourism of the Fondazione Romualdo del Bianco, which constitutes an excellent example of sustainable tourism. The framework of the Monitoring Plan for the UNESCO site Historic Centre of Florence allows for an insertion of sustainable tourism as a fundamental part of the conservation, fruition, and handling of the UNESCO site. The increase in quality must be a backbone for tourism for World Heritage sites; the desire on behalf of the visitors to experience a positive and not mass exposure to the sites must be encouraged and facilitated: we believe that the projects described in this excerpt point in that direction.

sabato 13 dicembre 2008

Uno sguardo su Firenze


Saliamo sulla collinetta dedicata al sangue pio del Beato Miniato, sulla riva sinistra dell'Arno, o sul monte a due picchi dell'antica Fiesole, o su un altro dei rilievi circostanti da cui si possa vedere in ogni suo minimo dettaglio la nostra Firenze.

Se il Cancelliere della Repubblica Coluccio Salutati nel 1381, nel De Saeculo et Religione, evidenzia come fosse già in uso “osservare” e giudicare Firenze dalle colline circostanti non rimane che prendere atto di quanto sia profondamente innestata nei fiorentini e non solo la ricerca di scorci panoramici dove poter godere la vista della città.

Sfidiamo chiunque, sia esso fiorentino di nascita o di adozione oppure un frequentatore attento della nostra città, a rimanere inerte di fronte al panorama urbano dal versante del colle di San Miniato. In particolare, grazie alla sequenza scandita dal percorrere il viale dei Colli, quando l'occhio inizia a traguardare i variati capisaldi che caratterizzano Firenze è impossibile non avere un moto di emozione. Tra tutti i segni primeggia la cupola del Brunelleschi magnifica e gonfiante, che sembra inscritta nei geni del carattere fiorentino. Non c'è David di Michelangelo o Venere del Botticelli che sia capace di esaltare il senso di appartenenza come il panorama della nostra magnifica città. Così come c'è da essere certi che la stessa emozione viene vissuta da ogni uomo ogni qualvolta rivede il paesaggio avito segno di identità tra i più potenti.

Anche l'esperienza di questi giorni, quando in Palazzo Vecchio molti visitatori hanno potuto vedere il grande modello ligneo in costruzione del territorio fiorentino, conferma la certezza di un coinvolgimento emotivo, quasi corporeo davanti alla rappresentazione della città: sguardi indaganti, indici tesi nel tentativo di riconoscere e identificare monumenti, case, quartieri.

Tale è la forza del profilo della città che la sua incessante riproduzione e diffusione (foto, cartoline, poster), crea una specie di immagine archetipica che, se intaccata da variazioni improvvise, crea turbamento e spesso rifiuto; quando poi la città è un concentrato di significati come le città storiche la reazione è spesso polemicamente violenta.

La rappresentazione della città attraverso la tecnica della veduta ha visto Firenze, nell'ultimo quarto del XV secolo, occupare una posizione pionieristica grazie agli studi sulla prospettiva: vedute che, come sostiene De Seta, hanno l'intento di celebrare la città al pari delle laudatio urbis umanistiche. A questo clima culturale si lega la rappresentazione di Firenze a opera di Francesco Rosselli, con la Carta della Catena, conosciuta popolarmente nella sua versione ottocentesca colorata ed enorme presente al Museo Firenze com'era, mentre pochi sanno dell'esistenza di una xilografia considerata la più vicina al perduto originale e conservata al Kupferstichkabinett di Berlino.

La veduta della Catena sarà il modello, assieme alla celebre pianta prospettica di Stefano Bonsignori degli ultimi decenni del Cinquecento, per le successive vedute di Firenze che saranno propagate in tutta Europa. Ancora oggi la massiccia presenza di riproduzioni commerciali della Carta della Catena testimonia la sua diffusione come souvenir turistico ma non solo: spesso e volentieri la Catena è presente nelle case fiorentine, assieme alle altrettanto celebri incisioni settecentesche dello Zocchi, ribadendo il valore identitario del ritratto della città.

La visione dalla riva sinistra e dall'alto della città permane nei secoli nella ricerca di nuovi e suggestivi scorci. Se per la Catena il punto di osservazione è stato individuato ipoteticamente nel campanile del Convento di Monte Oliveto, nelle successive rappresentazioni si “affacciano” nuovi punti di osservazione come Bellosguardo, il Giardino di Boboli e soprattutto il prato di San Salvatore al Monte appena sotto la Basilica di San Miniato.

L'impressionante sistema paesaggistico del Viale dei Colli, realizzato negli anni settanta dell'Ottocento, con le variate quote e terrazzamenti - Piazzale Michelangiolo e Rampe - prenderà il posto dei muriccioli sotto San Salvatore al Monte. Solo negli anni cinquanta del secolo scorso si è aggiunto quella formidabile “macchina da guerra” vedutistica che è il Forte Belvedere dove il concetto informatore del restauro (con ampie demolizioni) fu la creazione di ampie e libere vedute sulla città. Recentissima ma con una potenza visuale impressionante è la possibilità offerta dalla visione della città dalla Villa e Giardino Bardini sulla Costa San Giorgio.

Quindi la visione meridiana di Firenze è la predominante: senza ovviamente dimenticare le altre possibilità altrettanto importanti, ma l'immagine della città nelle menti e nei cuori è questa.

Dato allora per scontato che la visione di un panorama così unico è parte integrante della percezione di Firenze e che una sua diminuzione costituirebbe un danno rilevante all'immagine della città e di tutta evidenza che dobbiamo proteggere questo valore visivo.

E' nella volontà di individuare una strategia adeguata per la tutela delle vedute che si è creduto opportuno iniziare un percorso di ricerca con il Dipartimento di Rilievo e Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze guidato da Marco Bini. In particolare Carolina Capitanio, già forte di precedenti esperienze ha portato avanti il Rilievo Critico del Paesaggio Urbano, che in questa fase della ricerca ha l'obbiettivo primario di individuare e collocare nello spazio i più importanti punti di osservazione privilegiata definiti coerentemente di Belvedere. Le possibilità offerte da questo metodo sono utilissime per poter valutare criticamente qualsiasi inserimento che vada a creare disturbo nel cono visuale. Il progetto è stato presentato al Comitato di Pilotaggio del Sito UNESCO Centro Storico di Firenze ed è stato inserito nel Piano di Gestione del sito UNESCO in occasione dell'approvazione del primo monitoraggio nel giugno di quest'anno, ottenendo inoltre il sostegno economico dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Regione Toscana.

Vale la pena rammentare come la legislazione italiana già nelle prime leggi di tutela abbia considerato il paesaggio come un bene da proteggere fino alla recente ratifica della Convenzione Europea del Paesaggio firmata a Firenze nel 2000.

A livello internazionale di particolare rilevanza è il Memorandum di Vienna che il World Heritage dell' UNESCO ha stilato nel 2005 come linee guida e raccomandazioni per le città e i centri storici inseriti nella prestigiosa lista dei siti UNESCO, che la nostra città è tenuta in particolare ad osservare tenendo conto che il Centro Storico di Firenze è sito UNESCO dal 1982.

Nella definizione di azioni compatibili all'interno di un sito Patrimonio dell'Umanità, il documento raccomanda una particolare attenzione al paesaggio storico urbano definito da elementi caratterizzanti che includono gli usi della terra e delle strutture, l’organizzazione spaziale, le relazioni visuali, la topografia dei suoli, la vegetazione e tutti gli elementi infrastrutturali, inclusi gli oggetti in piccola scala e i dettagli costruttivi (marciapiedi, strade lastricate, sistema di raccolta delle acque piovane, l’illuminazione pubblica, ecc.). Una speciale enfasi è data alla protezione delle vedute della città, delle vedute dei tetti, dei principali assi visivi, considerate parti integranti dell’identità del paesaggio storico urbano. La qualità del paesaggio urbano deve essere gestita in un'ottica di innalzamento dei valori spaziali e funzionali; quindi ogni inserimento di architettura contemporanea deve essere accompagnato da studi di valutazione di impatto visuale e culturale.

Ed è in questo solco che l'azione del Piano di Gestione del Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale UNESCO deve procedere.

La scelta inevitabile di inserire il Rilievo Critico all'interno del Piano di Gestione, vuole significare che è nostra intenzione fornire alle istituzioni competenti uno strumento di analisi che permetta di valutare, in coerenza con l'onore e l'onere di essere un sito UNESCO, qualsiasi azione che rischi di indebolire i valori estetici e visuali del Centro Storico di Firenze. Uno strumento che nella sua evoluzione ha l'ambizione di indicare quelle azioni volte all'innalzamento della qualità urbana e alla conservazione dell'eccezionalità di Firenze.

Saggio in bel_Vedere_firenze , catalogo della mostra, Archivio Storico del Comune di Firenze, Palazzo Bastogi - Via dell’Oriuolo, 33-35, 21 dicembre 2008 - 15 febbraio 2009, a cura di Carlo Francini e Carolina Capitanio



sabato 8 dicembre 2007

I Criteri del Patrimonio Mondiale per il Centro Storico di Firenze

La nostra attenzione sui criteri di inserimento del Centro Storico di Firenze nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO ha dei precisi riferimenti temporali: ossia nel momento del rapporto periodico chiesto dal World Heritage e nel periodo iniziale della progettazione del Piano di Gestione per il sito Centro Storico da parte del nostro ufficio nell’autunno del 2005.

Riflessione nei confronti dei criteri, che hanno permesso l’ingresso di Firenze nel 1982 nel Patrimonio Mondiale, particolarmente attenta e non poteva essere altrimenti; perché se da un lato l'evidente eccezionalità di un patrimonio culturale come il Centro Storico di Firenze è indubitabile, è altrettanto rilevante che la decisione di porre, in base ai criteri del Patrimonio Mondiale, l'accento su alcune di queste peculiarità è atto eminente critico quindi storicizzato a quel preciso momento.

Ritengo, a questo punto utile elencare i sei criteri che determinano la valutazione del valore eccezionale di un sito UNESCO e la rispondenza agli stessi criteri per il Centro Storico di Firenze stilata dall'ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) .

Criterio I - Rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;

Criterio I - L ’insieme urbano di Firenze è di per sé una realizzazione artistica unica, un capolavoro assoluto, frutto di una continua creazione durata sei secoli. Qui troviamo, oltre ai Musei (Archeologico, Uffizi, Bargello, Pitti, Accademia, ecc.) la più forte concentrazione di opere d’arte conosciute in tutto il mondo - la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero ed il Campanile di Giotto, la Piazza della Signoria dominata da Palazzo Vecchio e dal Palazzo degli Uffizi, San Lorenzo, Santa Maria Novella, Santa Croce con la Cappella Pazzi, il Convento di San Marco che ospita le pitture del Beato Angelico, Santo Spirito ecc.

Criterio II - Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lasso di tempo o in un’area culturale del mondo, relativamente agli sviluppi dell’architettura o della tecnologia, delle arti monumentali, dell’urbanistica o della progettazione paesaggistica;

Criterio II - Dal Quattrocento, Firenze ha esercitato un’influenza predominante sullo sviluppo dell’architettura e delle arti monumentali, in primo luogo in Italia e poi in Europa. I principi artistici del Rinascimento sono stati definiti a partire dal 1400 da Brunelleschi, Donatello e Masaccio. È all’interno della realtà fiorentina che si sono formati e affermati due geni dell’arte: Michelangelo e Leonardo da Vinci.

Criterio III - Rappresentare una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa;

Criterio III - Il Centro Storico di Firenze apporta una testimonianza eccezionale, sia come città mercantile del Medio-Evo, sia come città rinascimentale. Firenze ha conservato integre strade, Palazzi fortificati (Palazzo Spini, Palazzo del Podestà, Palazzo della Signoria), Logge, fontane (Loggia del Bigallo, Loggia dei Lanzi, Loggia degli Innocenti e del Mercato Nuovo) e Ponte Vecchio, il meraviglioso ponte del XIV° secolo costeggiato dai negozi. I mestieri, organizzati in corporazioni, hanno lasciato dei monumenti eccezionali come per esempio Orsanmichele.

Criterio IV- Essere un eccezionale esempio di edificio o complesso architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri uno stadio significativo o stadi significativi nella storia umana;

Criterio IV - Dal XIV al XVII secolo Firenze esercitò un forte potere economico e politico in Europa. Durante questo periodo sono stati costruiti prestigiosi edifici che testimoniano la magnificenza dei suoi banchieri e dei suoi principi: Palazzo Rucellai, Palazzo Strozzi, Pandolfini, Gondi, Pitti e il Giardino di Boboli, senza dimenticare la Sagrestia di San Lorenzo, le Cappelle funebri dei Medici, la Biblioteca Laurenziana ecc.

Criterio V- Rappresentare un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale o di utilizzo del territorio che sia rappresentativo di una o più culture, specialmente se divenuto vulnerabile per l’impatto di cambiamenti irreversibili;

Criterio V – Solo per i beni in pericolo

Criterio VI- Essere direttamente o tangibilmente associate ad eventi o tradizioni viventi, a idee e credenze, a opere artistiche o letterarie di valore universale (il comitato considera questo criterio debba giustificare l’inclusione nell’elenco solo in casi eccezionali ed unitamente ad altri criteri culturali o naturali);

Criterio VI - Firenze è associata ad eventi di portata universale. È durante il periodo dell’Accademia Neoplatonica che è stato forgiato il concetto di Rinascimento. Firenze è la patria dell’Umanesimo moderno ispirato da Landino, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, ecc.

L'estenuante elenco di capolavori assoluti dell'architettura che in maniera ossessiva compaiono in quasi tutti i criteri (è forse utile sottolineare come il sito fiorentino sia rappresentato i tutti i criteri culturali previsti a eccezione del V per i beni particolarmente vulnerabili) è già di per sé testimone di una visione che predilige il “monumentale”.

Conviene soffermarsi su ognuno dei criteri e cercare di individuarne il nucleo fondamentale per comprendere se, in effetti, la scelta fatta nel 1982 è ancora valida, o meglio si possa considerare realmente rappresentativa e in grado di sostenere il valore di eccezionalità richiesto a un sito UNESCO.

Il primo criterio sottolinea che “L ’insieme urbano di Firenze è di per sé una realizzazione artistica unica, un capolavoro assoluto, frutto di una continua creazione durata sei secoli”, esaltando così l'unicità e la dinamicità, in un arco temporale definito, della città caratterizzata dalla presenza della “più forte concentrazione di opere d’arte conosciute in tutto il mondo”. Il tema della concentrazione è spesso ricorrente anche nella letteratura , valga per tutti Giorgio Manganelli che nel suo raffinato sarcasmo definisce Firenze una “città impossibile” e ancora “non è una città verosimile: la densità, l'intensità dei luoghi la fanno una città intossicata dai capolavori, irrespirabile”. La concentrazione è una realtà che moltiplica le problematiche legate alla fruizione turistica, obbligata a percorsi definiti e statici che usurano il centro storico ma è anche una delle caratteristiche che più si avvicinano al concetto di eccezionalità.

Nel secondo criterio si affaccia l'altro tema dominante assieme a quello dei monumenti: il Rinascimento e la sua evoluzione “Dal Quattrocento, Firenze ha esercitato un’influenza predominante sullo sviluppo dell’architettura e delle arti monumentali, in primo luogo in Italia e poi in Europa.” Identificandone i promotori nel campo dell'arte e dell'architettura: Brunelleschi, Donatello e Masaccio per poi citare Leonardo e Michelangelo come geni dell’arte. Non è questo il luogo critico dove evidenziare una eccessiva semplificazione concettuale ma è pure innegabile che la scelta di nomi di questa portata è in grado di evocare l'idea stessa di Rinascimento.

Nel terzo criterio si esalta il valore di testimonianza della città medievale e rinascimentale ancora integra riannodando un elenco di monumenti e accennando al sistema di governo della arti come ad un soggetto committente di primaria importanza. Idea che viene ripresa nel quarto criterio dove si sostituiscono le arti con i banchieri –da interpretarsi come le famiglie dei maggiorenti - e poi dei principi (ovviamente i Medici) e anche in questo caso chiudendo con il solito elenco di monumenti. Nel sesto criterio si consacra definitivamente il sito come rappresentazione iconica del Rinascimento, individuandone le fondamenta nella riflessione filosofica legata al Accademia Neoplatonica e consegnando Firenze all’universalità legata al concetto di Umanesimo.

Riassumendo, i criteri dell'ICOMOS, individuano l'essenza di Firenze in due distinte caratteristiche: la monumentalità e il suo identificarsi totalmente con il concetto di Rinascimento.

Ritorniamo alla domanda iniziale sulla validità dei criteri scelti per Firenze, ovvero per il suo Centro Storico. Alla luce di quanto sottolineato rimane a mio parere la piena validità della selezione operata ma ritengo che una riflessione contemporanea sui criteri prenderebbe altre strade, forse meno schematiche, in grado di evidenziare diversi processi e legami ma che tutto sommato ripercorrerebbero comunque la via tracciata nel 1982. L’ elaborazione del “Riconoscimento di valore”, prassi oramai consolidata da parte dell’ICOMOS per i nuovi siti ma che nel 1982 non era prevista, proposta informalmente dal nostro ufficio in occasione del Rapporto Periodico e ripreso poi nel Piano di Gestione a cui rimando per una lettura approfondita, costituisce una evoluzione del concetto espresso nei criteri aggiornando in una visione complessiva le dinamiche che attraversano il sito UNESCO di Firenze.

Ma per quanto riguarda la conservazione del sito, i criteri per Firenze hanno una loro piena validità?

Anche in questo caso la risposta potrebbe dare adito a qualche perplessità: dai due concetti di base che emergono prepotentemente e già ampiamente evidenziati, potremmo liquidare in maniera assai sbrigativa il tutto con la sicurezza che operare una corretta opera di conservazione dei monumenti principali elencati nei criteri e in special modo per quelli riferiti al periodo rinascimentale è condizione sufficiente e esaustiva.

Questa è una lettura assai superficiale che deve essere subito stigmatizzata come parziale e arbitraria, perché già nei criteri sopra citati si parla di “insieme urbano ” identificato come unico e assoluto, e questa sgombra il campo da possibili fraintendimenti.

Lo stesso meccanismo che si instaura con il Piano di Gestione non può far altro che esaltare il concetto di una conservazione volta ad una tutela complessiva del sito che non privilegi in alcun modo il particolare, ma che attraverso un coordinamento efficace degli interventi e delle risorse disponibili dia corpo a una efficace politica di tutela e conservazione, con una particolare attenzione al tessuto culturale dell’arredo urbano storico minore come, e valga a titolo di esempio, la corretta manutenzione dei lastrici tradizionali.

In conclusione i criteri alla base del riconoscimento di Firenze come Patrimonio dell’Umanità sono tutt’ora validi e mantengono una loro efficacia nell’orientare le politiche di tutela del patrimonio culturale anche se dalle molteplici suggestioni che emergono dai criteri deve essere privilegiato il concetto di “insieme urbano” che più degli altri è da porsi a fondamento di una corretta azione di salvaguardia e valorizzazione del Centro Storico di Firenze.


Carlo Francini, responsabile Ufficio Centro Storico-Patrimonio Mondiale UNESCO del Comune di Firenze

Relazione tenuta in occasione del Convegno internazionale “Values and criteria in Heritage Preservation” 1 - 5 marzo 2007, Firenze ICOMOS, ICCROM, Fondazione Del Bianco.



Bibliografia essenziale di riferimento

Piano di gestione 2006 - 2008 : il Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale UNESCO, a cura dell'Ufficio Centro Storico - Patrimonio Mondiale UNESCO dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, coordinatore del progetto Carlo Francini, testi di Carlo Francini, Laura Carsillo, Caterina Rizzetto, Firenze 2006.

Sitografia essenziale

Ufficio Centro Storico e Piano di Gestione

http://www.comune.firenze.it/unesco/index.html

World Heritage UNESCO

http://whc.unesco.org/


domenica 28 ottobre 2007

I monumenti fiorentini e il Patrimonio Mondiale UNESCO

Dalla lettura delle motivazioni per l'inserimento del Centro Storico di Firenze all'interno della lista del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1982 è evidente la particolare rilevanza data alla presenza degli edifici “monumentali”.
L'elenco continuo di monumenti architettonici crea una sensazione di ripetitività incessante scandita con degli eccetera talvolta imbarazzanti. E' ovvio che, considerando la densità impressionante di capolavori dell'architettura rinascimentale ospitati nel centro storico, non poteva essere altrimenti.
Ritengo sia utile elencare i sei criteri che determinano la valutazione del valore eccezionale di un sito UNESCO e la rispondenza agli stessi criteri per il Centro Storico di Firenze stilata dall'ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) .

Criterio I - Rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;

Criterio I - L ’insieme urbano di Firenze è di per sé una realizzazione artistica unica, un capolavoro assoluto, frutto di una continua creazione durata sei secoli. Qui troviamo, oltre ai Musei (Archeologico, Uffizi, Bargello, Pitti, Accademia, ecc.) la più forte concentrazione di opere d’arte conosciute in tutto il mondo - la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero ed il Campanile di Giotto, la Piazza della Signoria dominata da Palazzo Vecchio e dal Palazzo degli Uffizi, San Lorenzo, Santa Maria Novella, Santa Croce con la Cappella Pazzi, il Convento di San Marco che ospita le pitture del Beato Angelico, Santo Spirito ecc.


Criterio II - Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lasso di tempo o in un’area culturale del mondo, relativamente agli sviluppi dell’architettura o della tecnologia, delle arti monumentali, dell’urbanistica o della progettazione paesaggistica;

Criterio II - Dal Quattrocento, Firenze ha esercitato un’influenza predominante sullo sviluppo dell’architettura e delle arti monumentali, in primo luogo in Italia e poi in Europa. I principi artistici del Rinascimento sono stati definiti a partire dal 1400 da Brunelleschi, Donatello e Masaccio. È all’interno della realtà fiorentina che si sono formati e affermati due geni dell’arte: Michelangelo e Leonardo da Vinci.


Criterio III - Rappresentare una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa;

Criterio III - Il Centro Storico di Firenze apporta una testimonianza eccezionale, sia come città mercantile del Medio-Evo, sia come città rinascimentale. Firenze ha conservato integre strade, Palazzi fortificati (Palazzo Spini, Palazzo del Podestà, Palazzo della Signoria), Logge, fontane (Loggia del Bigallo, Loggia dei Lanzi, Loggia degli Innocenti e del Mercato Nuovo) e Ponte Vecchio, il meraviglioso ponte del XIV° secolo costeggiato dai negozi. I mestieri, organizzati in corporazioni, hanno lasciato dei monumenti eccezionali come per esempio Orsanmichele.


Criterio IV- Essere un eccezionale esempio di edificio o complesso architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri uno stadio significativo o stadi significativi nella storia umana;

Criterio IV - Dal XIV al XVII secolo Firenze esercitò un forte potere economico e politico in Europa. Durante questo periodo sono stati costruiti prestigiosi edifici che testimoniano la magnificenza dei suoi banchieri e dei suoi principi: Palazzo Rucellai, Palazzo Strozzi, Pandolfini, Gondi, Pitti e il Giardino di Boboli, senza dimenticare la Sagrestia di San Lorenzo, le Cappelle funebri dei Medici, la Biblioteca Laurenziana ecc.


Criterio V- Rappresentare un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale o di utilizzo del territorio che sia rappresentativo di una o più culture, specialmente se divenuto vulnerabile per l’impatto di cambiamenti irreversibili;

Criterio V – Solo per i beni in pericolo


Criterio VI- Essere direttamente o tangibilmente associate ad eventi o tradizioni viventi, a idee e credenze, a opere artistiche o letterarie di valore universale (il comitato considera questo criterio debba giustificare l’inclusione nell’elenco solo in casi eccezionali ed unitamente ad altri criteri culturali o naturali);

Criterio VI - Firenze è associata ad eventi di portata universale. È durante il periodo dell’Accademia Neoplatonica che è stato forgiato il concetto di Rinascimento. Firenze è la patria dell’Umanesimo moderno ispirato da Landino, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, ecc.


Ogni commento ulteriore potrebbe essere superfluo ma anche soltanto da una lettura sommaria è evidente come sia la “monumentalità” l'accezione principale che contraddistingue il sito UNESCO di Firenze: è quindi fondamentale approfondire al meglio la conoscenza e l'indagine sul patrimonio architettonico della nostra città per poter conservare, secondo i dettami della convenzione del patrimonio mondiale, la grande eredità architettonica fiorentina.


Carlo Francini





sabato 22 settembre 2007

Tra Conservazione e Valorizzazione.

Tra Conservazione e Valorizzazione.

Il Piano di Gestione del Centro Storico di Firenze.


Nel dicembre del 1982 il Centro Storico di Firenze entrava, è a buon diritto, nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. A venticinque anni di distanza si può dire che solo di recente si è finalmente preso consapevolezza della fondamentale importanza della presenza della nostra città nella World Heritage List. La coscienza che tale privilegio è anche fonte di doveri nei confronti dell'intera umanità ha trovato una risposta concreta da parte della stato italiano (che detiene il numero più alto di siti UNESCO, ben 41) approvando nel febbraio del 2006 una apposita legge per i siti UNESCO italiani che “sono, per la loro unicità, punte di eccellenza del patrimonio culturale, paesaggistico e naturale italiano e della sua rappresentazione a livello internazionale”. Soltanto pochi giorni dopo l'emanazione della legge, il Comune di Firenze deliberava il Piano di Gestione del Centro Storico di Firenze, reso obbligatorio dalla normativa. Il lavoro di due anni dell'Ufficio Centro Storico – Patrimonio Mondiale UNESCO del municipio fiorentino non può essere certamente riassunto in queste brevi note; come è impossibile dare conto di tutte le parti del Piano di Gestione, ma un breve compendio ne può tratteggiare lo spirito e soprattutto gli obbiettivi e le strategie.

Scopo principale del Piano di Gestione è garantire l’identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del bene culturale e naturale eccezionale iscritto nella lista UNESCO. Se per ogni sito è impervio riuscire in questo obiettivo tanto più complesso ne è il raggiungimento per un Centro Storico. Molteplici variabili, da scelte strategiche a procedimenti amministrativi complessi e spesso contraddittori, sono segno inequivocabile di una profonda lacuna da colmare prima di arrivare al governo del Centro Storico che dovrebbe avere come valore fondante la salvaguardia del bene culturale, nella consapevolezza di esserne i custodi per le discendenze future. Posto che a fondamento del Piano vi è il riconoscimento del valore universale che rende il sito unico o eccezionale con i suoi valori estetici, naturalistici e storici, bisogna che il valore sia tutelato in maniera dinamica, nel rispetto dei criteri che hanno portato all'iscrizione nella lista, considerando la cultura materiale, le tradizioni, i saperi accumulati, lo spirito creativo e le abilità tramandate di generazione in generazione. Il Piano costituisce anche una "dichiarazione di principi". Con il piano le autorità responsabili della gestione s'impegnano nei confronti della comunità locale, dell'UNESCO e dell'intera umanità, a tutelare attivamente il sito e a garantirne la conservazione e la valorizzazione. Il Piano è un insieme flessibile di regole operative, di procedure e d' idee progettuali che coinvolgono una pluralità di soggetti e sono in grado di evolvere recependo aggiornamenti e modifiche con il mutare delle circostanze e seguendo l'evoluzione dell'ambiente al quale si rivolge.
Nella complessità delle dinamiche che investono siti dove il fattore umano è centrale, sia esso cittadino (soggetto principe) o visitatore, i concetti di qualità della vita e sviluppo sostenibile sono valori imprescindibili per una corretta gestione del Centro Storico. Il dialogo tra i portatori di interesse del sito è il principio strategico alla base delle azioni del Piano. Uno stile che è improntato al mutuo scambio e che non vede protagonismi o indebite ingerenze nei compiti istituzionali dei vari soggetti coinvolti è l'atteggiamento vincente per il raggiungimento dell'obiettivo primario sopraindicato. Il cammino verso la piena condivisione di tale obiettivo è irto di difficoltà, ma la creazione sia del Gruppo Interdirezionale all'interno dell'amministrazione comunale con il coinvolgimento dello staff del Piano Strategico Firenze 2010, sia del Tavolo con le Soprintendenze dove il confronto, spesso serrato, su idee e visioni gestionali differenti è fondamentale per l'individuazione e lo sviluppo dei progetti già adottati dal Piano e per le future scelte gestionali e strategiche di alcuni dei progetti già adottati dal Piano. Il Piano di Gestione trova concreta applicazione attraverso una serie di Piani di Azione che individuano gli obiettivi e le strategie operative da mettere in atto per sostenere l'integrità e lo sviluppo del sito.

Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio.

Obiettivo centrale è la gestione condivisa del patrimonio culturale; all'attualità siamo ben lontani dal raggiungimento di tale meta. Solo attraverso un coordinamento efficace degli interventi e delle risorse disponibili si potrà sostenere una reale politica di tutela e conservazione del sito. L'individuazione di beni culturali da restaurare o manutenere dove indirizzare le risorse economiche dei vari attori potrebbe costituire, anche nell'immediato futuro, una buona pratica che rafforzerebbe la capacità di attrarre risorse economiche esterne, grazie a un'immagine compatta e autorevole, e che eviterebbe la dispersione delle forze sia culturali sia economiche. La frammentarietà delle competenze, le complessità burocratiche potranno essere superate solo attraverso una azione incessante di confronto che porti a interventi coordinati sull'arredo urbano e sull'uso dello spazio della città storica che non ne svilisca i valori estetici. In questo senso l'elaborazione di linee guida condivise tra enti e categorie economiche sull' arredo, sulle procedure tecniche di recupero dei lastrici stradali tradizionali, sull'illuminazione pubblica e di servizio, sull'uso della pubblicità e della comunicazione culturale, sull'occupazione del suolo pubblico, sarà alla base di specifici progetti che il Gruppo interdirezionale e il Tavolo con le Soprintendenze saranno chiamati a sviluppare con l'ausilio di esperti. La riduzione costante di finanziamenti pubblici per la conservazione del patrimonio culturale rende necessario perseguire con determinazione la creazione di un fondo per il Centro Storico dove gli enti, le categorie economiche e privati partecipino attivamente con donazioni al restauro e alla manutenzione dei monumenti e dell'arredo urbano.
Ricerca e conoscenza del patrimonio culturale

La comprensione del sito, la diffusione dei valori culturali alla base del riconoscimento Unesco attraverso una promozione differenziata in base alle capacità e alle esigenze dei destinatari, siano essi residenti o immigrati, costituisce una delle piattaforme strategiche del Piano. Solo attraverso la ricerca e l'ampliamento delle conoscenze si potranno tutelare efficacemente la straordinarietà e l'unicità del sito. La capacità di investire risorse economiche e umane in questo settore, in collaborazione con l'università e altri istituti di ricerca, sarà la riprova di una seria e efficace volontà di tutela dei valori fondanti del sito. L'utilizzo di nuove tecnologie, l'apertura al mondo della scuola e del volontariato culturale sono principi già recepiti nei progetti avviati e che dovranno essere alla base dei piani futuri.

Ambiente e mobilità urbana

A fondamento di questa azione strategica stanno i concetti di sviluppo sostenibile e qualità della vita. Una città dove la mobilità, anche se controllata attraverso una ZTL tra le più estese, costituisce un pericolo per la conservazione dei monumenti e per la salute dei residenti è percepita come un ambiente urbano dove la qualità della vita non raggiunge condizioni ottimali. La stessa raccolta dei rifiuti è questione centrale che crea non pochi problemi a diversi livelli, soprattutto quello estetico per la presenza in una parte rilevante del sito dei cassonetti di per sé incongrui con l'assetto storico urbanistico. La complessità del tema chiede che si individuino, attraverso una reale sinergia tra diversi enti e istituti, soluzioni progettuali e gestionali efficaci. L'equilibrio tra la residenza, le funzioni economiche e la conservazione del sito chiede un impegno costante e attento. Solo attraverso la presa di coscienza, da parte di tutte le categorie sociali e economiche, che la tutela del Centro Storico è valore imprescindibile si potranno mettere in atto politiche sociali e economiche sostenibili. Si dovranno avviare percorsi di partecipazione attiva che consentano di ampliare e diffondere la consapevolezza dell'unicità e dell'eccezionalità del Centro Storico di Firenze presso la cittadinanza e gli operatori economici.

Turismo sostenibile

Il mito della Firenze rinascimentale con l'incredibile densità di monumenti e capolavori d'arte è alla base della fortuna turistica della città. Ma un turismo di massa è realmente un obiettivo qualificante per un bene eccezionale, o piuttosto ne mina il valore e l'integrità? L'individuazione di un complesso e difficile equilibrio tra un'idea di turismo massificato e un concetto più consapevole di fruizione turistica è l'obiettivo primario del Piano. Un visitatore responsabile, fornito dei necessari strumenti di supporto che gli permettano di apprezzare la città come un vero e proprio museo diffuso, sarà stimolato a frequentare i monumenti e i musei minori e si mostrerà in grado di percepire il valore culturale di una rete di commercio e di ristorazione che vede nella qualità e nella tradizione, possibilmente rinnovata, uno dei punti di forza principali. L'organizzazione di grandi eventi, l'attenzione alla tutela e alla promozione dei negozi storici e alla qualità delle attività di ristorazione e commerciali sono scelte strategiche da percorrere per fare di Firenze un luogo dove sia piacevole tornare e risiedere per lunghi periodi.

I singoli progetti già attivati, nei rispettivi piani di azione, sono evidenziati all'interno del Piano di Gestione che può essere consultato nel sito internet della rete civica del Comune di Firenze.

Il monitoraggi iniziato già alla fine del 2006 è parte integrante del processo di feedback che ci consente di valutare l'efficacia del piano di gestione, nel contempo l'individuazione di nuovi progetti da inserire nei piani di azione è fondamentale per mantenere una continua tensione tra il già fatto e il da farsi all'interno di quei principi individuati nei piani di azione e che nel complesso equilibrio tra conservazione e valorizzazione trovano la loro principale ragion d'essere.



Bibliografia essenziale di riferimento

Piano di gestione 2006 - 2008 : il Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale UNESCO, a cura dell'Ufficio Centro Storico - Patrimonio Mondiale UNESCO dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, coordinatore del progetto Carlo Francini, testi di Carlo Francini, Laura Carsillo, Caterina Rizzetto, Firenze 2006.

L. Carsillo, Governare il Centro Storico. Il Piano Unesco alla prova, in <<Siti>>, II, 2, 2006, pp.68-70.

Sitografia essenziale

Ufficio Centro Storico e Piano di Gestione

http://www.comune.firenze.it/unesco/index.html

World Heritage UNESCO

http://whc.unesco.org/

Associazione Città Italiane UNESCO
http://www.sitiunesco.it/

Pubblicato in "Amici dei Musei", XXXIII, 110-111, 2007, pp. 31-37.