lunedì 7 dicembre 2009

Fuori Tempo Massimo. La città a pezzi/Pezzi di città. FTM_ 0.1

Commenti e recensioni fuori tempo massimo. Libri già usciti, mostre chiuse o procinto di chiudere, avvenimenti già dimenticati...

La città a pezzi / pezzi di città. Distacchi lapidei a Firenze. 1977-2009 a cura di Francesco Gurrieri, Polistampa 2009.


Il libro curato da Francesco Gurrieri è un monito.
Non abbiamo coscienza che il nostro patrimonio di pietra si sta inesorabilmente deteriorando non solo per vie naturali ma anche grazie alla nefasta influenza delle sostanze inquinanti che pervadono l'aria che circonda noi e il nostro patrimonio artistico.Nel tempo passato il fenomeno naturale della disgregazione veniva risolto con la sostituzione di interi palinsesti decorativi: modanature, fregi, capitelli, colonne ecc., grazie all'abilità di esperti lapicidi in grado di creare copie identiche all'originale. Spesso era anche l'occasione per rinnovare e adeguare a uno stile più "moderno" intere facciate.
Oggi l'idea di far sopravvivere dei lacerti informi è imperante e spesso con risultati oggettivamente deludenti. Anche la ricerca applicata sul versante dei protettivi sembra vivere un momento di minor vivacità in confronto agli anni passati. La percezione di un impoverimento decorativo della città storica è sempre più forte e si assiste a un graduale disimpegno nei confronti di una conservazione attiva su questo fronte. Molte le ragioni: certamente quelle economiche ma non solo. Una sistematica rilevazione delle condizioni dei monumenti fiorentini, siano essi pubblici o privati, per poter immaginare la programmazione di una corretta e onerosa manutenzione ancora non esiste. Su quali basi invochiamo finanziamenti per la città d'arte senza una coerente valutazione dei bisogni reali del nostro patrimonio?
In attesa che si arrivi a questa presa di coscienza, non solo istituzionale, credo sia necessario che tutti prendiamo consapevolezza che questi "pezzi di città" perduti (l'elenco è impressionante) sono testimoni di quanto sia illusoria la sensazione di perennità dei monumenti e che il valore di Firenze non è solo all'interno dei suoi musei e nelle più o meno riuscite iniziative culturali, ma nella capacità di saper conservare e tramandare alle generazioni future una visione "integra" della città monumentale.



La città a pezzi / Pezzi di città Distacchi lapidei a Firenze. 1977-2009 a cura di Francesco Gurrieri, Polistampa 2009, cm 13x18, pp. 128, ill. col., br., € 10,00 ISBN: 978-88-596-0609-3


pubblicato da La Nazione il 24 dicembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Tuteliamo i nostri tabernacoli

Gentile Cronaca, per merito delle accese polemiche sul crocifisso nelle aule scolastiche sembra riaccendersi un interesse per le immagini sacre come segno forte di identità.
Identità ovviamente religiosa ma non solo.
La stragrande maggioranza delle persone intervistate in merito alla questione del crocifisso hanno espresso un forte legame di affezione spirituale e culturale al quel simbolo religioso che segna la nostra esperienza di vita sia che essa sia o no ancorata a valori spirituali.
Ma come possiamo incanalare questo sentimento di profonda sensibilità alle immagini sacre?
I fiorentini possono concretizzare tutto questo in un'azione pratica.
Assommano a centinaia i tabernacoli che caratterizzano le nostre strade che, a parte un piccolo gruppo di proprietà pubblica, dovrebbero essere curati e mantenuti dai proprietari delle facciate o dei muri dove le sacre edicole sorgono.
Da anni opera un solerte gruppo di volontari degli Amici dei Musei Fiorentini riuniti nel Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli che ha al suo attivo più di un centinaio di tabernacoli restaurati. La ricerca di sostegno economico e l'intelligente aiuto fornito ai proprietari nell'agevolazione e nel disbrigo delle pratiche amministrative legate al restauro è una delle chiavi del successo del comitato. Piuttosto che disperdere questo rinnovato interesse mediatico in una polemica sterile guardiamoci intorno e preoccupiamoci di queste testimonianze culturali, protette dalla legge italiana di tutela, che in molti casi ci riguardano come proprietari e quindi come responsabili della loro conservazione.
Un appello quindi ai proprietari e agli amministratori di condominio di farsi attivi promotori del restauro dei tabernacoli della facciate di loro proprietà.
Troveranno nei volontari del Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli ( il sito internet www.amicideimusei.it riporta tutte le informazioni utili) un valido sostegno per affrontare l'organizzazione di un restauro o di una manutenzione che la legge impone loro ma che spesso viene poco applicata.
Se dalle parole -spesso vane- si passasse a un impegno reale e costante per il decoro di queste testimonianze forse faremmo miglior servizio alla nostra fede, alla nostra storia e soprattutto alla nostra identità.

Carlo Francini, responsabile Ufficio Centro Storico Patrimonio Mondiale UNESCO

apparso "La Nazione" dell' 11 novembre 2209

domenica 25 ottobre 2009

25 ottobre 2009 ore 10,00 Piazza Duomo e Piazza San Giovanni sono chiuse al traffico





Il Sindaco Matteo Renzi - che ha deciso la pedonalizzazione - alla guida dell'ultima macchina che ha attraversato la piazza alle 10,00

Questa giornata rimarrà nella mente e nella memoria di molti fiorentini.

I cittadini si sono riversati nelle strade che hanno visto scorrere un traffico insopportabile per tanti anni.

Rimanere fermi anche solo per un attimo al centro della grande curva che unisce via Martelli a piazza Duomo è una sensazione esaltante.

Una grande festa per tutti.

martedì 6 ottobre 2009

Caffè ad Arte

McDonald's al Louvre. E sul Corriere della Sera, come in altri giornali, parte il relativo dibattito, prese di posizione, arroccamenti e suggestive proposte locali. Francamente l'argomento è poco interessante da discutere: semmai è da gustare ma con scarsa fortuna nei nostri musei.
Ma non sempre è così. Un esempio che a mio parere coniuga mirabilmente ambientazione e gusto del cibo è rappresentato dal Caffè Madama in Palazzo Madama a Torino.
Gli ambienti juvarriani - la veranda Nord - la cortesia del personale, un arredo elegante e funzionale e una grande qualità delle proposte di alta pasticceria - profondamente torinese- ne fanno un luogo di diletto e di ristoro prezioso.
Ma la qualità di un museo si vede dal caffè?
La domanda è impropria. Non è la qualità del museo che si misura ma la qualità della società civile che in quel momento è chiamata a gestire e curare il museo. E non mi sembra una cosa da poco.

domenica 5 luglio 2009

L'Alhambra الحمراء Il Palazzo dei Leoni


il Patio dei Leoni





dalla Sala delle Due Sorelle


"Felicità" "Happiness"

"Benedizione" "Blessing"

"Sii avaro nelle parole e va' in pace"
"Be sparse in words and you will go in peace."








La Fontana dei Leoni: restauro e protezione ?

sabato 4 luglio 2009

Il 33° Comitato del Patrimonio Mondiale a Siviglia 22 - 30 giugno 2009




L'inaugurazione del comitato con il direttore generale dell'UNESCO Koïchiro Matsuura




I giovani del First Latin American World Heritage Youth Forum


La cena davanti al Centro Congressi di Siviglia



Il tavolo della presidenza



María Jesús San Segundo, presidente del comitato e il direttore del Patrimonio Mondiale Francesco Bandarin




i membri del comitato (la delegazione statunitense)


La delegazione italiana in "movimento"

Firenze, la città dei musei

La mia intervista ad Antonio Paolucci pubblicata sull'ultimo numero della rivista "SITI" dell'Associazione Città e Siti UNESCO italiani

disponibile on line http://www.sitiunesco.it/index.phtml?id=780


Scorrendo la sua biografia mi ha colpito che, a parte Rimini, dove lei è nato e che è comunque una bellissima città d’arte, la sua carriera di studioso, di funzionario e di soprintendente dei musei statali, fino alla direzione dei musei vaticani, si è dipanata in una rete incredibile di siti patrimonio dell’umanità: Firenze, Mantova, Venezia, Verona, Roma, la Città del Vaticano e l’esperienza molto importante del terremoto di Assisi. E proprio nel finale la cittadinanza onoraria di Urbino, la città di origine della sua famiglia. Insomma, una vita scandita da genius loci potentissimi.

Si, ciò che lei dice è assolutamente vero. Devo dire che il momento apicale della mia carriera è stato quando, negli anni fra il ’95 e il ’96, sono stato ministro tecnico del governo Dini, per un anno e qualche mese. Perché in quella occasione ho potuto veramente fare il Soprintendente d’Italia. Avevo il privilegio, essendo ministro tecnico, di non occuparmi degli aspetti politici di quel governo, ma ho potuto veramente visitare l’Italia, le cento città, da Altamura a Salerno, da Enna a Belluno, i cento campanili, le cento piazze. Ho capito cos’è veramente l’identità italiana. Il fatto che il museo da noi esce dai suoi confini, si moltiplica nelle piazze, nelle strade ed occupa ogni piega del territorio. L’Italia è il paese del museo diffuso, lo sapevo anche prima, ma l’ho verificato proprio in quella occasione. E poi ci sono state nella mia carriera professionale le città del servizio: Venezia, Verona, Mantova, Firenze, tutti luoghi che mi hanno permesso di consolidare questa mia profonda convinzione sulla unicità dell’Italia, che non è questione di percentuali dei beni culturali mondiali, come spesso stoltamente si dice, ma è questione di visibilità, di pervasività del patrimonio. Il fatto che davvero qui da noi il museo è ovunque. E questo è quello che ci fa davvero unici e invidiati nel mondo, il nostro vero privilegio. Quindi ho avuto una carriera molto bella, senza avvertire la fatica da lavoro, perché non ci si può affaticare o annoiare occupandosi dei monumenti di Venezia o di Mantova.

Proprio in riferimento al concetto di museo diffuso, mi piace prendere spunto dalla parte finale della sua introduzione al Piano di gestione di Firenze: “Firenze non città museo, ma città dei musei perché se è vero che i musei fanno lo scheletro dei musei, la innervano e la significano, è altrettanto vero che in nessun altro luogo d’Italia si avverte con altrettanta evidenza il museo uscire dai suoi confini, occupare le piazze, le strade, false città con antica naturalezza”. Quindi, si può immaginare che Firenze sia una specie di paradigma, valido anche per tutte le altre città della penisola? E cosa può mettere in crisi questa realtà? Le scelte urbanistiche, le politiche del turismo, il decoro della città, per esempio il commercio ambulante?

Quando io dico che Firenze è la città dei musei dico una cosa qualifica, distingue l’unicità di Firenze. In questo senso Firenze è unica anche nel panorama italiano. Per far capire meglio cosa intendo, porto un esempio: gli Uffizi. Perché gli Uffizi sono speciali? Cosa hanno di così singolare rispetto agli altri tanti grandi musei del mondo? Le opere d’arte che ci stanno dentro? Si, certo, ce ne sono di meravigliose, ma ci sono tanti museo del mondo che ne hanno di più, penso al Prado di Madrid, penso all’Ermitage di San Pietroburgo, con decine e decine di Rembrant accumulati l’uno accanto all’altro, penso alla National Gallery di Londra e così via, ma nessuna città del mondo ha un museo che entra nella città.

Io dico sempre ai miei amici e a i miei colleghi: “quando venite per la prima volta agli Uffizi non vi preoccupate di vedere le varie opere d’arte di Michelangelo, Botticelli, lo farete in un secondo tempo, agli Uffizi ci tornerete ancora, la prima volta limitatevi a percorrere i corridoi. E allora capirete una cosa fondamentale: che gli Uffizi camminano sopra la città, cavalcano la città, sono la città e capirete anche che la bellezza che sta fuori dalle finestre (la cupole del Duomo, la torre di Arnolfo, i ponti sull’Arno, il colle di Belvedere fitto di ville e di chiese, le nuvole, i colori dell’acqua) la bellezza che sta fuori si riflette e si riverbera nella bellezza delle opere d’arte, nella sfilata delle sculture archeologiche, nelle sale Botticelli, Michelangelo, Leonardo e quant’altro”.

Naturalmente la seconda parte della domanda è la più complessa: il decoro della città, le scelte urbanistiche, le politiche del turismo, il caos, il disordine possono mettere in crisi questo sistema? Il fatto è che queste cose risultano a Firenze particolarmente stridenti e lesive perché ogni città del mondo è fissata da una certa immagine, Firenze è la città dell’ordine, dell’equilibrio, è la “camera con vista” sul miracolo di arte vita e natura armoniosamente coniugata.

Questa è Firenze. Per cui il disordine che a Napoli può anche essere trovato simpatico, città bellissima ma caotica, un “paradiso mescolato all’inferno”, come la definiva Goethe, oppure Roma, caos disordine, folle di pellegrini, rumore e quant’altro, ma abituata a metabolizzare, a digerire, ad assorbire, a Firenze tutto ciò diventa estremamente sgradevole proprio perché ferisce l’immagine cristallizzata della città “camera con vista”.

Sempre rimanendo nell’ambito dei musei, il recente saggio di Jean Clair “La crisi dei musei” si scaglia contro l’uso disinvolto del patrimonio culturale e fa un riferimento particolare all’esperienza recente del Louvre di aprire una sede distaccata ad Abu Dhabi, ma in Italia dell’istituzione museo nei suoi aspetti peculiari, si può parlare di una crisi di funzioni o la situazione è ben diversa rispetto a quella di altri Paesi?

La crisi dei musei attraversa tutto il mondo e il libro di Jean Claire fotografa il disagio e la mutazione in atto. È successo che il museo è gradualmente slittato negli ultimi cinquanta anni da una certa idea di museo da “luogo dell’incivilimento”, “luogo dell’educazione”, “luogo dell’orgoglio patriottico” ad un’idea di museo come luogo del tempo libero, dello svago, del divertimento, dello spettacolo. Questo è oggi nella percezione dei più il museo. Un museo che si unisce al concetto di tempo libero, di gita, di week-end con la famiglia o con la fidanzata. Tant’è vero che tanti musei civici d’Italia, pur bellissimi, sono costantemente vuoti e non ci va nessuno neanche per sbaglio. La gente va negli attrattori di tipo spettacolare. Nel 1938 agli Uffizi entravano 50mila persone, adesso ne entrano un milione e mezzo. Io sono personalmente convinto che c’era molta più gente che usciva dagli Uffizi avendo capito qualcosa, che ricordava qualcosa fra quei 50mila del 1938 rispetto al milione e mezzo di oggi. Oggi il popolo dei musei è fatto di gente che guarda solo la televisione, non ha mai letto un libro, non saprebbe scrivere nella sua lingua madre una riflessione di mezza cartella senza errori. Questa è la democrazia dei consumi.

Forse bisognerebbe immaginare dei linguaggi più specifici, o rischiamo di banalizzare…?

Un’altra stupidaggine dei nostri tempi è che si possa trasmettere la cultura attraverso il divertimento. La cultura è fatica, ripetitività, è noia, è tenere il sedere sulla sedia, ridurre il tempo del sonno… questa è la porta stretta. Non ce ne sono altre.

Concludendo vorrei da lei delle suggestioni legate all’educazione del bello. La scuola, l’amministrazione pubblica, il mondo del volontariato, tanto importante a Firenze, dovrebbero fare qualcosa di più per arrivare ad un innalzamento della consapevolezza del patrimonio inteso proprio come “heritage”, eredità da trasmettere?

Il mio maestro Roberto Longhi, in tempi non sospetti, cinquant’anni fa, quando ero studente, sosteneva che “la lingua fondamentale degli italiani è la lingua figurativa” e che questo ci aveva resi egemoni nel mondo. “E se questo è vero come è vero - aggiungeva il mio maestro - allora bisognerebbe che si desse alla lingua figurativa degli italiani (Giotto, Piero della Francesca, Raffaello, Caravaggio, ecc.) la stessa importanza che diamo alla nostra lingua letteraria, che comparativamente è meno importante”. Da una riflessione come questa derivano conseguenze che dovrebbero essere applicate soprattutto alla scuola, all’educazione al bello,appunto. Ancora non si è percepito a Firenze, in particolare, e in Italia, in generale, che un rapporto molto stretto lega la consuetudine col bello alla produzione di cose belle. L’artisticità italiana nel disegn, nella moda, nella meccanica fine, nell’invenzione tecnologica, nella gastronomia nasce da un popolo che ha vissuto in mezzo al bello, anche se non aveva una istruzione scolastica di qualche significato, però stava in mezzo al bello. Se la percezione del bello si offusca, se la gente vive in posti sempre più brutti, in periferie sempre più orrende, io credo che si recide questo rapporto osmotico che gli italiani hanno sempre avuto fra la bellezza che li circonda e la bellezza che esce dalle loro mani.



giovedì 25 giugno 2009

Sevilla - Tramvia

La Tramvia che attraversa il Centro Storico di Siviglia accanto alla Cattedrale, Alcazar e Archivio delle Indie siti iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale


in diretta dal 33th World Heritage Committee in Siviglia

sabato 13 giugno 2009

martedì 9 giugno 2009

mercoledì 3 giugno 2009

Sustainable Tourism and Historic Center of Florence UNESCO Management Plan.

The Image of Heritage: Changing Perception, Permanent Responsibilities
Florence, March, 5 - 9, 2009 - ICOMOS, ICCROM, Fondazione Romualdo del Bianco

Sustainable Tourism and Historic Center of Florence UNESCO Management Plan.

Carlo Francini, chief Historic Center - World Heritage UNESCO Office, Municipality of Florence.

Per la registrazione audio con immagini

Florence thrives on its large number of tourists, both Italian and foreign, who come to see its art, architecture and cultural gems. Each year the city must deal with a large quantity of visitors, some who come for pleasure, others for business; some who stay for a short period of time, others who make Florence a new home. Over recent years, the kind of tourism has changed drastically, causing studies to shift from a simple analysis of the quantity of tourists to the quality of tourists. This analysis is necessary in order to provide the visitors with the best possible experience in Florence, as well as to conserve and develop the UNESCO sites in a sustainable way. The Monitoring Plan for the Historic Centre of Florence, published each year with the adequate updates, approaches the question of creating a system of sustainable tourism by creating projects that maximize the city’s art historical sites while facilitating visits for tourists.

1. The Tourism in Florence
The real driving force behind tourism is the Florence’s image in the world, which fuels the demand of growing numbers of consumers (evidence of this can be found in the high profile experienced by Florence in international tour guides or by the presence of the international press in the city, especially in light of cultural events and approaches to visiting the city). These hordes of tourists, due to the myriad different ways they utilise the city, elude definition more than anything else, despite the efforts of tour operators and local government offices.
It is not merely for rhetorical reasons that specialists insist that tourism should be studied in all its different and conflicting forms. It is not enough just to distinguish between high quality tourism and mass tourism, or to think about the matter just in terms of length of stay or even the underlying reasons for travelling – nowadays people always have several motives. Instead, analysis should focus more on factors related to cultural diversity, age and how trips have been organised: this is not easy to do, thought still feasible.
In the last decade, the simultaneous growth of all sectors of tourism has led to the development of a well-defined area of mono-cultural tourism known as the Golden Triangle, characterised by a precise commercial offering, extending as far as the Accademia and the Oltrarno (across the river) in the Ponte Vecchio-Palazzo Pitti zone. The adjacent areas have undergone a more or less rapid and complete transformation in terms of housing and business, which has been caused by the consumption needs of well-off tourists, who favour fashion goods above all other traditional products. A few small areas which border or are embedded within this core area of tourist consumerism, while having gone through an equally obvious business replacement process instead have adapted themselves to the needs of specialised tourism: tourists seeking medium/long-term hotel accommodation in the city; tourists commuting from distant accomodations– increasingly from agri-tourism facilities – who are interested in local crafts albeit adapted to their own needs; student tourists who may stay in Florence from a few days to several months, and require specific telecommunication and leisure services.
In the last few decades in Florence and many other cities known for their art and monuments, a substantial change has occurred in the types of tourists, as well as in travelling habits and the ways of visiting places of artistic value. This ongoing transformation is easily illustrated by looking at the data on length of visit at the Uffizi Museum. According to these findings, visitors spend 1 hour and 8 minutes on average inside the museum. These figures reflect the key characteristics of the so-called "hit-and-run" tourists, who "consume" the Historic Centre without spending much money. As a rule, these tourists do not have time to visit the whole city and confine themselves to sightseeing in the Roman castrum. This most often leads to a concentration of people and tourists within too restricted an area.
In addition to debasing the residential aspect of the Historic Centre, such "short-term" city stays also risk causing more far-reaching urban decay, with devastating effects not only for the quality of life in Florence but also for the city's image abroad.

2. The Management Plan for Tourism
The myth of Renaissance Florence, a city incredibly dense with monuments and artworks, is at the basis of the tourist fortune of the city. Yet is mass tourism a qualifying objective for an exceptional property or rather, does it undermine its value and its integrity? The Management Plan's primary objective is to identify a complex and difficult balance between standardized tourism and a more aware tourist enjoyment. A responsible visitor, equipped with the necessary support tools that will allow him to appreciate the city like a vastly spread museum, shall be urged to visit the minor monuments and museums and shall be able to perceive the cultural value of a network made of stores and restaurants whose strong points are quality and renewed tradition. The organization of large events, the attention paid to the protection and promotion of historical and high quality stores, restaurants and bars, are strategic choices that must be made in order to make Florence, again, a place where it is pleasant to come back and stay for long periods of time.
3. The Projects
Florence is the destination for many Italian and foreign visitors who, every year, walk through the city streets and visit its museums. Tourism is a key element in the economy of the Historic Centre that has to be boosted with suitable policies to promote and to improve the supply of in-coming services. This resource, if it is not adequately oriented, can otherwise represent a very real threat to the preservation and the protection of the site.
The projects, being hereinafter described, aim at disseminating the knowledge of the extraordinary value of Florence UNESCO World Heritage by making not only tourists but also citizens aware of the uniqueness of the Historic Centre, and at promoting the city areas that, although they have an important artistic heritage, are less known and less visited by visitors.

3.1 THE ART ITINERARIES IN FLORENCE - HISTORIC SHOPS

The Art itineraries in Florence project was included in the Management Plan (PdG) of action for tourism, in consideration of the objectives intended to be followed strictly related to cultural tourism. The project's main characteristic consists in choosing and proposing alternative itineraries directed in particular to the city's residents but also to tourists so that they are motivated to follow new routes, allowing them to discover the city's less noted and renown aspects. The project, initiated in its trail phase in 2005 with the publication of the route "Florence: The Places of Perugino" has since become one of the office's main tasks and which to this day is accounted for by the publication of 3 brochures (dedicated to the places of Alberti and Saint Mary Magdalene de' Pazzi, as well as Perugino) respectively published alongside 3 exhibitions.
Specifically, the piece on Saint Mary Magdalene de' Pazzi (2007) was executed in collaboration with the district of Montemurlo, interested in the Saint's biography, which in turn marked for the first time an opening of the project towards the territory, furthermore becoming the first effective measure for the sharing of cultural activities amongst institutions. In 2006 the project was further enriched by the publication of a collection entitled, Florence Amongst Art and Workshops which proposed a series of routes centred on the search for "minor" works of art and historical workshops in the vicinity of the city's historical centre. In this way, two projects that coexisted independently of one another within the PdG gave way to a single, albeit larger project which maintained the importance of potential art routes in Florence whilst opening itself to a variety of publications - including the brochure, but expanding to include a book - and itineraries (from Florence: The Places of... to broad routes of art, history and culture).The collection, which received a great deal of acclaim thanks in part to the work of photographer-graphic designer Fabio Chiantini and the words of Francesco Vossilla and Carlo Cinelli, was effected using part of the funds given by the project ResaturoNET which asked for the office's participation in 2006. The publication of the collection also gave way for the creation of a logo which will be embossed on future publications (it has already been used on the brochure on Saint Mary Magdalene de'Pazzi) and will allow for an effective recognition of the project.
Currently, we are weighing the possibility of an english translation that can reach tourists for the second edition. We are also planning new routes in the city's historical centre, which will be released in conjunction with the 2008 exhibitions put forth by the cultural institutions of Florence. It is necessary to note that during 2007 the project Art Routes became the catalyst for various activities executed in collaboration with local figures and private associations and institutions involved in the propagation of culture. Specifically, a route has been engineered for the entire Santa Maria Novella complex - but whose creation is difficult due to both public and private entities owning the property - and which today has become the object of free guided tours offered to a limited number of people within the region's "Amico Museo" in collaboration with the Administration of the District's Economic development. Furthermore, on November 17, 2007, several guided visits of the Cenacolo di Sant'Apollonia (with Andrea del Castagno frescoes) were organized, along with a taste of local products provided by the organization Slow Food. This event was done in honour of the day "The taste of art, the art of taste", in conjunction with the Headquarters of the Board of the Florentine Museums.

3.2 THE MUSEUM CARD PROJECT
The museum card project, one aspect of the Plan that was chosen to be continued in order to reach the goals set for tourism, underwent monitoring from its inception as the monitoring phase began almost in conjunction with that of collecting information on Florence's historical centre for the publication of the PdG. The project was created to answer to a need, seemingly less frequent on behalf of the citizens and the tourists, for an offer from the city's cultural services that would consist of easier visits to the city's main monuments and museums, as well as some additional services. One of the first responses to the monitoring request, compiled in 2006 by the Administration of Culture of the District of Florence, responsible for the project, discusses a phase of collection and analysis of data which would be used in the publication of a report that would undergo criticism from the deciding factors. Upon a second analysis of the situation which took place in November, 2006, the scene presented changed drastically, as 39 local and private museums and 19 public museums had shown interest and willingness with regards to the Museum Card project. Moreover, the card was still in its planning stage, thus allowing for a better understanding of its characteristics: in brief, it consists in making access to museums and to cultural services in Florence easier, especially in terms of the cost of entry (methods of supplying ticket, validity of ticket, etc.) for tourists and for residents to highlight the worth of the local cultural estate. The card will allow free and unlimited entry to the permanent collections and temporary exhibits that are in line with the project's guidelines, as well as the annual activities made available in the annual program.
All the information and characteristics inherent to the card are made available in the "Preliminary project to effect a Florence card" published by the Associazione Torino Città Capitale Europea in May, 2006.
Within the feedback received during the research and survey phases of the project, considering the number and characteristics of the subjects, the process to establish a single accepted solution was considered especially important and complex. In particular, as stated in the July 3, 2007 interview with Giuseppe Gherpelli, Director of Culture for the District of Florence and head of the Project, the state-run museums, essentially represented by those that are part of the Board of Museums of Florence, have "about 80-85% of visitors with reservations, thus creating a conflict with the card that would be sold daily. This does not mean that we have decided to not follow through with the museum card because many state-run museums outside of the four already stated aren't reached by a steady flow of tourists. Furthermore, with some of the museums, in particular Boboli, we had already established funding from the district in order that the public can access the area and easily move from Forte Belvedere to Villa Bardini, which belongs to Ente Casse".
Equally complicated is being able to locate those that need a more in depth evaluation. On this subject Giuseppe Gherpelli added that the project, "is definite but not 100% executed because it stalled on locating those that need the project... Despite the obstacles with this project, I am convinced that a similar tool lacks in this city...: it is necessary to continue this process and to move forward first and foremost for the citizens to give them the possibility to have a single tool with which to access the museums."
We note that on December 27, 2007, within the confines the appropriate administrative measures, the District of Florence gave Linea Comune S.p.A. the task to finalize, produce and distribute the card and to carry out cultural events and manifestations connected with the success of this system for the museums.

4. New projects
4.1 ARIANNA’S THEME
The Arianna guide is a guide of Florence available through a cellular device on which different types of information regarding the city are memorized. The Arianna guide for the city of Florence allows one to consult data in English and Italian with the possibility to navigate a map of the Historic Centre of Florence by visualising points of art historical interest (museums, churches, etc.), as well as historic shops in the city, traditional artisans, routes for disabled and upcoming events. The guide is available for download on the cellular device through the District of Florence’s website (www.comune.firenze.it) and soon will also be available by way of bluetooth kiosks positioned in various places around the city. The recent data for users who want UMTS/GPRS connection from their own cellular device are museum hours, calendar of special events and and a special section dedicated to “highlights”. Responsible for the project is the Office of Tourism of the District of Florence and its completion is Econoetica srl.

4.2 ART ITINERARIES IN FLORENCE AND NEW TECHNOLOGIES
New forms of technology have become, in recent years, seemingly more present in daily life, even in areas of cultural development. Their potential reveals interesting possibilities which must be analyzed and approved with worthy attention. Today digital communication, Internet, and i-pods are widely used, especially by younger generations, but increasingly in older ones, as well. It has been noted that new technologies can be of significant use in areas of cultural activity (guided tours on mp3s, virtual reconstructions of places and buildings, for example) as well as in areas of territorial management and access to major museums and monuments. Consequently, it seems necessary to initiate studies and research in this field in congruence with the formalities that arise with our project
4.3 THE FIRST PROJECT
The new project for the Art Itineraries in Florence has Giambologna in its spotlight as the prolific French-flemish artist who worked in the city in the second half of the 16th century; the itinerary will touch upon over twenty points of interest. The itinerary will be available in Italian and English in free audio and downloadable formats from the District of Florence’s website. A website dedicated to the artist and quality images will also be made available. The monitoring of this new approach to visits will allow us to evaluate the efficiency so as to program, on top of an increase in available languages, new itineraries inside the UNESCO site. Responsible for the project the Office of the Historic Centre of Florence and its completion by D’Uva Workshop srl.
5. Contemporary relevance
The recent data reveals a tendency towards the decrease in tourism directly tied to the economic crisis that is spreading across the financial world. This situation could reveal itself to be an appropriate opportunity to rethink methods of development in the tourism field, as well. The synergy between public and private entities must be researched in order to carry out new projects such as Life Beyond Tourism of the Fondazione Romualdo del Bianco, which constitutes an excellent example of sustainable tourism. The framework of the Monitoring Plan for the UNESCO site Historic Centre of Florence allows for an insertion of sustainable tourism as a fundamental part of the conservation, fruition, and handling of the UNESCO site. The increase in quality must be a backbone for tourism for World Heritage sites; the desire on behalf of the visitors to experience a positive and not mass exposure to the sites must be encouraged and facilitated: we believe that the projects described in this excerpt point in that direction.